Imprevisti da circolazione

Ieri mattina, lunedì, arrivo in ufficio e Marco, un collega, mi dice subito: “Ciao, guarda che ti vuole Luigi in ufficio…”
Non conosco molto bene il collega, ma ha una espressione preoccupata e  fa preoccupare anche me.
Non è che il capo se l’è presa per il post di Ghemme?

Busso alla porta, entro nel suo ufficio e attendo che finisca una telefonata.
“Bravo!” mi dice subito, sorridendo.
Prima di sorridere a mia volta, cerco di capire se quel complimento sia autentico o carico di una ironia della quale ancora non conosco la causa.
“Grazie, per cosa…?”
“Ho letto quello che hai scritto, e mi hai fatto venire in mente che nessuno chiede mai di mettere in polizza una copertura…”

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Carnevale col cinghiale

Dove eravamo rimasti? A Ghemme, giusto!

Non essendo di Novara, Ghemme a me non diceva niente, tranne che c’è l’altra agenzia della U&C, Ungaro & Cavallito Assicurazioni. Mi ha detto un collega in ufficio che c’è una bella festa di Carnevale.
Però prima di uscire venerdì sera ho guardato con Google e ho scoperto queste colline del Piemonte che non conoscevo. Colline belle e buone, come devono essere i vini che si producono.
Sarà per i paesaggi, sarà per i vini, domenica sono partito dal mio appartamento vicino al corso Torino per scoprirle.

Ma delle colline e di Ghemme non ho visto molto.
Più che altro ho scoperto che da queste parti in campagna girano dei cinghiali da competizione, e che andarci addosso con l’auto non è una bella esperienza.
Non tanto per i cinghiali, che a quanto pare sono corazzati, ma per l’automobilista che si ritrova in un fosso con il paraurti distrutto!

Non scherzo, è andata proprio così: non a me, ma alla ragazza che guidava l’auto davanti a me.
Subito non ho capito cosa succedeva, poi ho vista quella Fiesta grigia sbandare e tuffarsi in un fosso a lato della strada, mentre il cinghiale sfrecciava sull’asfalto ributtandosi nel bosco dalla parte opposta.

Mi son fermato, e ho soccorso… Elisa!
Era un po’ spaventata, molto carina, e insomma siamo rimasti a parlare mentre aspettavamo il carro attrezzi! Per farla ridere le ho detto che anche a me, anni fa era successa la stessa cosa, vicino a Casale Monferrato, però mi era andata meglio, perché avevo investito solo un tasso.
“Com’è stata la cosa?” – mi ha chiesto.
“Diversa… direi variabile, come il tasso!” – le ho risposto, pensando a quello spot di qualche anno fa.

Non ho capito se ha gradito la battuta, perché in quel momento è arrivato il carro attrezzi e dietro a quello suo padre, che Elisa aveva avvisato per telefono. A quel punto ho salutato e le nostre strade si sono divise.

Però in modo del tutto inaspettato è stata una bella domenica: il carro attrezzi portava via l’auto sfasciata, il padre potava a casa la figlia e… io tenevo un numero di telefono scritto sul retro di un biglietto del parcheggio.